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Esisteva un essere. Neppure lui sapeva chi
fosse. Quando glielo
chiedono
risponde "io sono colui che sono"; come dire "io sono io". S. Giovanni
afferma che prima dell'Essere c'era la parola; forse che qualche cosa
nasce dalle chiacchiere?
Non si sa dove risiede; forse ovunque; ma perché
improvvisamente cambia
e decide di creare qualche cosa? Un essere infinito e onnipotente è già
tutto nello spazio e nel tempo e non può cambiare. Dal fatto che il
settimo giorno si riposa si potrebbe dedurre che egli doveva lavorare
per tutti gli altri sei giorni; forse era una specie di coltivatore
diretto perché è lui che coltiva direttamente il giardino Eden e ci va
a passeggiare e a prendere il fresco.
Crea una terra informe con l'acqua e le tenebre.
Quello delle tenebre è
un mistero: forse che c'era la luce e l'essere creò il buio? O non
c'era assolutamente nulla? Ma perché creare una cosa al buio? Non era
meglio prima creare la luce in modo di non far casini al buio?
Però bisogna dire che si accorge subito dello
sbaglio e già nel primo
giorno crea il giorno e la notte. Nessuno ha mai capito che bisogno ci
fosse della notte; sembra di capire che dopo aver fatto lo sbaglio di
creare le tenebre, abbia rimediato a metà, conscio del fatto che non
aveva senso creare una cosa che egli non poteva vedere.
Il secondo giorno continua nelle correzioni: manda
metà
dell'acqua in cielo a far le nuvole e l'altra metà a fare il mare.
Recuperata così un
po' di terra, fa crescere i vegetali. A che servivano i vegetali se non
c'era nessuno per mangiarli? Qualcuno dirà: "per fare ossigeno"; ma
perché mai se nessuno lo respirava? E come producevano l'ossigeno se
non c'era ancora il sole? Finita l'operazione egli dice (e lo ripeterà
per creazioni successive): vedo che
è una cosa buona; viene il sospetto
che quando inizia a creare non sa se l'operazione gli riuscirà bene o
male.
Il terzo giorno l'Essere si accorge di aver fatto la
luce, ma che non
c'è nulla per produrla e piazza il sole in cielo (ma da dove veniva la
luce senza il sole?). Poi si accorge che la notte era tanto buia che
non si vedeva un bel nulla del creato e piazza in cielo la luna e le
stelle. Siccome non c'era nessun'altro, non si capisce chi aveva la
necessità di vederci di notte e l'utilità di stelle la cui luce
raggiunge la terra dopo milioni di anni luce.
Il quarto giorno l'Essere crea gli animali delle
acque e gli uccelli e
dice loro di moltiplicarsi. Perché mai non ha creato il numero giusto
subito e perché non ha creato tutti gli animali in una volta sola?
Il quinto giorno provvede a creare gli animali
terrestri, rettili e
mammiferi. Si dimentica di dire loro di moltiplicarsi, eppure li ha
fatti con gli organi della riproduzione. Siamo quasi alla fine e
l'Essere decide di mettere in questa sua creazione qualcuno che gli
rassomigli e crea, plasmandolo con la polvere, la terra o la creta
(ecco trovata, forse, l'origine della parola cretino, il che
spiegherebbe molti aspetti della storia dell'umanità), un uomo maschio,
con tanto di pene. All'uomo non serviva a nulla, visto che mancava la
donna e ciò dimostra però che l'Essere stesso aveva un pene, riprodotto
nell'uomo solo per necessità di rassomiglianza. Cosa molto poco divina.
Dice all'uomo che il suo cibo sarebbero stati erba e
semi e agli
animali assegna solo l'erba. O l'Essere era vegano oppure si era
dimenticato di aver creato i carnivori, oppure era anticaccia e
animalista e non voleva che i leoni mangiassero le gazzelle. Molto
tempo dopo ci ripensa e dirà che l'uomo deve mangiare ogni tipo di
animale. Si noti che la Bibbia dice che Dio si accorse che le piante
non crescevano perché non c'era uomo
che lavorasse il suolo, dal che si
ricava che l'uomo venne creato come animale da lavoro e che la
creazione dei vegetali era stata un po' affrettata. Ma si capisce anche
che di piante ne capisce poco perché esse crescono spontaneamente anche
senza l'aiuto dell'uomo.
Alla fine del sesto giorno l'Essere pensa di dare
all'uomo un podere
già piantato, coltivato ed irrigato, affinché lo coltivi e custodisca.
Da chi? Forse doveva controllare che le tigri non mangiassero i cavoli
oppure i frutti erano riservati al padrone? Ed infine raccomanda
all'uomo di non mangiare i frutti dell'albero della conoscenza del bene
e del male, piantato al centro del podere, perche se ne mangi
certamente dovrai morire. Quindi il giardino era dell'Essere,
che lo
faceva coltivare all'uomo per andarvi a passeggiare e per mangiare i
frutti. Viene quasi da pensare che l'essere non voleva che Adamo
capisse quali erano i suoi diritti: distinguere fra il bene ed il male
vuol dire conoscere le regole: perché mai Adamo non doveva conoscerle?
C'era il pericolo che piantasse grane al padrone? L'Essere seguiva la
regola della beata ignoranza del popolo?
Si badi che la donna ancora non era stata creata e
che perciò essa
nulla sapeva del divieto, se non per averlo sentito dire da Adamo:
perché mai dopo essa viene criminalizzata quanto e più di Adamo? Essa
poteva benissimo pensare che Adamo si era inventata la storiella del
divieto per mangiarsi lui i frutti migliori! E si noti come l'Essere
esageri quando dice ad Adamo che sicuramente dovrà morire.
Non è ben chiaro, ma pare che poco dopo, nello
stesso sesto giorno, si
accorge che Adamo, unico fra gli animali, era solo e non sapeva come
moltiplicarsi. Il fatto che la donna non fosse stata creata dimostra
che Adamo non doveva moltiplicarsi. E allora crea Eva: fa l'anestesia
ad Adamo, gli apre il petto, toglie una costola e richiude la ferita;
con la costola forma la donna; tutti
e due erano nudi, l'uomo e sua
moglie, e non provavano vergogna: cosa ovvia, Adamo non sa a che
cosa
serve il pene ed Eva neppure; guardare Eva o una scimmia non faceva
differenza. In questo caso però l'essere non ripete il solito
ritornello usato dopo la creazione delle altre cose e dell'uomo e non
dice ho visto che è una cosa buona.
Qualche dubbio sulla donna già ce
l'ha.
È arrivato il sesto giorno e l'Essere fa i piccoli
ritocchi appena
visti e smette di creare ed è contento di aver finito; e dal settimo
giorno non fa più nulla. Siamo quindi di fronte ad un Essere che fa un
sacco di casino, che sbaglia e si corregge, che si stanca ed ha un calo
di energie; quadro che più si confà ad un bambino che non ad un Essere
infinito, onnisciente ed onnipotente; forse era quello che Platone
definisce come un demiurgo. Anche tutta la scena della creazione della
donna ha un qualche cosa di infantile, come del bambino che gioca al
piccolo dottore.
La storia dell'Eden (poi detto paradiso terrestre
dagli interpreti
della Bibbia) è ancor più sconcertante.
Vi è un bel giardino coltivato
da Adamo ed Eva i quali non facevano sesso, visto che non si
riproducevano e che non è stato detto loro di moltiplicarsi. Nel
giardino vi è un serpente che, stranamente, è il più astuto di tutti
gli animali selvatici e sa parlare; perché l'Essere aveva dato
l'astuzia al serpente che non ne ha mai avuto bisogno? E come mai certi
animali sono più astuti dell'uomo? Davvero l'Essere voleva che l'uomo
fosse solo un suo sciocco servitore? Pare di sì perché poi così è
stato. Il serpente, volendo fregare Adamo (ma se era astuto, qualche
cosa ci guadagnava: che cosa?) si rivolge ad Eva. Come mai? Forse
l'animale astuto crede di sapere che la donna è più stupida dell'uomo?
Eva però non è tanto stupida da non capire che una cosa vietata è
senz'altro piacevole e che non le fa male acquistare un po' di saggezza
e così raccoglie un frutto, ne mangia e lo fa mangiare anche ad Adamo.
L'effetto è immediato: si aprirono
gli occhi di tutti e due e conobbero
di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.
Questa frase ci fa capire molte cose. I due erano
nudi, tutti gli
essere viventi erano nudi, e quindi non era cambiato nulla e non c'era
proprio di che turbarsi; ci doveva essere quale cosa di diverso e lo si
capisce quando i due si coprono con la foglia di fico. Ciò che li turba
non è l'essere nudi, ma gli organi sessuali (Adamo non doveva essere
gran ché se gli bastava una foglia di fico; se avesse avuto bisogno di
una foglia di banano Eva lo avrebbe apprezzato maggiormente). Forse
temevano avance sessuali da parte del padrone? Ad ogni modo, o il
frutto è un'espressione puramente simbolica, oppure doveva contenere
sostanze afrodisiache o stupefacenti che fanno arrapare e congiungere i
due umani. Il peccato originale non è consistito nel mangiare la mela …
ma il fico!
Una precisa conferma al fatto che il problema erano
gli organi
sessuali, si ritrova nella vicenda di Noè che dà scandalo quando,
ubriaco, li mette in mostra; e non meraviglia più che la parola
Testamento abbia la stessa radice etimologica dei testicoli e che
questi organi fossero ricollegati all'Essere.
Perché l'Essere ci tenga tanto al fatto che i due
non facciano sesso,
rimane un mistero. O non vuole, giustamente, che due soggetti, non
prodotti da creazione diretta, ma impastati alla buona con la terra, si
riproducano e gli rovinino l'Eden, oppure inizia già a manifestare le
sue tendenze per le vergini e si aspetta lo jus primae noctis.
Segue il
cazziatone dell'Essere ai due umani (farli morire sarebbe stato
contrario ad uno dei comandamenti) condannati a vita di sofferenze, e
al serpente che dovrà strisciare sulla pancia; chiaro che prima il
serpente aveva le zampe. Però, visto che fuori dall'Eden ci sono le
spine e fa freddo, riveste con pelli i due umani; con i suoi poteri
poteva anche farli pelosi e con la pelle dura. Dalla storia si vede che
l'essere non è molto divino; si sentono i suoi passi, parla da solo e,
come ogni buon potente, ha la sua guardia del corpo, i cherubini con
spada, tipica arma militaresca dell'epoca; ma se l'Essere ha bisogno di
essere protetto, ciò significa che ha avversari di pari grado e potenza
e si ha l'ulteriore prova che l'Essere è solo uno dei tanti demiurghi.
Adamo ed Eva però ormai avevano capito il trucco del
sesso e appena
fuori dall'Eden lo rifanno generando Caino ed Abele. Caino è un
estremista verde che coltiva solo vegetali ed odia Abele che alleva
pecore e caccia; da buon fanatico lo uccide; la "razza di Caino" non è
quella degli omicidi, ma quella dei fanatici.
Per lungo tempo Adamo ed Eva non ebbero più figli;
si
sospetta che
Adamo si fosse orientato verso le pecore giovani ed è possibile che
tutto il "caso Caino" si riduca ad una storia di gelosia fra lui e i
due figli che non avevano donne e neppure sorelle con cui congiungersi.
Abele offriva all'Essere gli agnelli, ma non si dice se per essere
mangiati o per altro uso. Ma è un tema ricorrente nella mitologia e
nella favolistica, l'offerta di vergini al drago.
Alla luce di queste considerazioni, basate
strettamente sul testo della
Genesi pubblicato dalla CEI, viene da chiedersi: se gli ebrei hanno
creduto all'Essere che ordinava di non credere all'esistenza di altri
dei, fregandoli, perché ci dobbiamo credere anche noi? Che ne sappiamo
noi che l'Essere non fosse proprio il diavolo e che la sua creazione
non sia proprio l'Inferno? Ipotesi questa che spiegherebbe molte delle
incongruenze viste? Forse se ne può trovare un altro con più pazienza e
pacifista, che abbia davvero mangiato il frutto dell'albero del bene e
del male e ci mandi solo il bene. Sempre che abbia un qualche interesse
al pupazzo di fango creato dal suo concorrente o suddito e non
preferisca farlo sparire.
5 marzo 2017
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